"Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare"
Seneca
La comunicazione strategica è la pianificazione delle operazioni di comunicazione da attivare per ottenere un determinato risultato. Semplice fin qui no? Procediamo allora. Innanzitutto qual è il risultato di cui parliamo, il risultato non può che essere il raggiungimento di un determinato obiettivo (sociale, affettivo, a noi interessa di business). Premesso che si voglia quindi raggiungere un determinato risultato di business necessitiamo di una serie di operazioni di interazione per poterlo raggiungere. Chi è il nostro target? Cosa cerca? Quale fase del buy cycle sta presidiando? Cioè si è accorto di avere necessità della nostra offerta? Sta ricercando soluzioni al suo bisogno? È già intenzionato all’acquisto e dobbiamo spronarlo a comprare ora? Una pianificazione di comunicazione strategica individua le fasi di comunicazione della nostra offerta rispetto a un buy cycle e propone una risposta di comunicazione per ciascuna di esse.
Il modello di buy cycle è un modello teorizzato per predire gli stati di pressione che il consumatore (o un azienda cliente) ha durante il comune utilizzo di un prodotto o servizio.
Tutto nasce dalla constatazione di un problema, di un bisogno che richiede una soluzione, la macchina non parte, la tecnologia che uso è troppo lenta, il mio attuale fornitore è troppo costoso. L’insoddisfazione è la prima fase e porta inevitabilmente ad una seconda: cercare di informarsi se esiste una soluzione al problema, fare una ricerca su Google, chiedere a qualche conoscente. Le informazioni acquisite ci porteranno a una nuova fase ovvero la creazione di una short list (una persona normalmente tiene a memoria non più di 4 voci di paragone) quindi la definizione di un 3 o 4 possibili soluzioni al problema che ottimizzano la loro soluzione rispetto al costo migliore/qualità e affidabilità offerta. A fronte di questa terza fase si attiverà finalmente una quarta, l’acquisto vero e proprio. Per concludere il ciclo ci sarà anche una esperienza d’uso vera e propria che accompagnerà il nostro cliente fino all’insoddisfazione e alla ricerca di una nuova più consona soluzione.
A questo buy cycle (accorciato, l’originale consta di ben 8 fasi al posto di 5) possiamo far corrispondere altrettante possibili azioni di comunicazione
1. Presa di coscienza del problema: blog, influencer, pubblicità canonica informativa, in particolare quella pull (tipo la ADS di Google).
2. Raccolta informazioni su possibili soluzioni: materiale indicizzato con la SEO rispetto determinate chiavi di ricerca generica, brand image e reputation.
3. Definizione di una short-list: di nuovo reputation, pubblicità unita a feedback di precedenti clienti che consolidino la nostra affidabilità e qualità dell’offerta
4. Acquisto: pubblicità push, promo e offerte con leve d’acquisto (si veda per esempio le 5 regole di Cialdini)
5. Esperienza d’uso: comunicazione diretta con il cliente, assistenza, promodi cross selling.
deve essere quanto più analitica per questo l’approccio di un metodo scientifico risulta molto indicato, quindi definizione dell’obbiettivo, ricerca dati, analisi dati, ipotesi, modello, test, eventuale feedback di ritorno. Una volta arrivati a stabilire un piano di comunicazione generale, fosse anche solo una copy strategy per una campagna pubblicitaria, questo rispetto alle fasi si Buy Cicle dovrà venir adattato con touch point specifici per definire il mediaplan di lavorazione.