Alzi la mano chi non ricorda la bimba che nel tornare a casa da scuola, in un giorno di pioggia, incontra un gattino abbandonato e lo porta a casa, perché Barilla è casa. Era il 1986 e Barilla racconta una storia: quella di una bambina e della sua famiglia. La pasta è solo un “contorno” non è la vera protagonista del racconto. Ma se vuoi sentirti a casa devi mangiare Barilla.
Un esempio perfetto di storytelling, di cui ormai i brand più o meno affermati non possono più fare a meno. Ma se guardiamo con attenzione il mondo della comunicazione accanto e oltre all’immancabile storytelling sta sempre più prendendo piede il branded content.
Il branded content risponde a una sempre più crescente richiesta di engagement e storytelling. Mira a creare contenuti legati a un brand senza parlare direttamente del prodotto
Non è classificabile come un trend o una moda temporanea, ma come uno strumento di comunicazione efficace che accorcia le distanze
E qui entra in gioco il branded content che, rispondendo a una sempre più crescente richiesta di engagement e storytelling, mira a creare contenuti legati a un brand senza parlare direttamente del prodotto, ma trasmettendo contenuti che diano valore alla persona, che regalino un’esperienza differente, che coinvolgano. I brand più evoluti – e che hanno un’efficacia sul mercato più alta e redditizia - puntano sempre più una strategia di comunicazione fondata su una vera e propria strategia di contenuti fatti su misura, innovativi, personalizzati, di qualità, home made o raccontati come tali. Come? Nei modi più disparati con una web serie, un guest post su un blog, un podcast, un breve video da viralizzare sui social. In questo modo le aziende aumentano l’awareness, costruiscono un rapporto con nuovi clienti, consolidano la loro reputazione e rinnovano la fiducia con i clienti già consolidati che, catturati da nuovi contenuti, non si rivolgono altrove.
In quest’ottica il branded content non classificabile come un trend o una moda temporanea, ma come uno strumento di comunicazione efficace che accorcia le distanze. Dati alla mano il branded content colpisce l’attenzione e la memoria di un consumatore il 59% in più rispetto a un annuncio display dello stesso brand. Questo perché si crea un dialogo con il consumatore che non è più bombardato dal “compra, compra, compra”, ma a cui viene raccontata un’emozione. Il brand e il prodotto ci sono, ma sono un elemento del contesto. In altre parole: se sto bene è perché sono in campeggio con i miei amici, ci divertiamo, facciamo il bagno e beviamo quella bibita, ci copriamo dal freddo con quel giubbotto, dormiano in quella tenda.
Redbull offre ai suoi utenti la Red Bull Media House: una piattaforma multimediale dedicata a sport, cultura e lifestyle.
Dove ha realizzato una serie di Campagne branded content incentrare sul concetto di bellezza e fiducia in se stessi in cui il brand Dove appare esclusivamente nei credits finali. Il video Dove Real Beauty Sketches è diventato virale aumentando awareness di Dove.
Coca Cola è maestra nel raccontare storie associando Coca-Cola all’idea di felicità. Nella web serie One Last Summer racconta le storie di un gruppo di ragazzi tra adolescenza e vita adulta. La web serie è un modo efficace per coinvolgere lo spettatore veicolando un messaggio senza fare pubblicità invasiva.
Vodafone è una specialista nello sperimentare nuove forme di storytelling tanto da stringere un sodalizio con Il Milanese Imbruttito, pagina facebook/blog da oltre 1,15 milioni di fans.
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